P&G manda in congedo i neopapà. Un esempio per le PMI?
La sostenibilità (per fortuna) ci sta travolgendo in tutte le sue forme. Da qualche tempo, nelle aziende più illuminate, si inizia a parlare di congedo paternità. Il modello consolidato nel tempo, che prevedeva una tutela solo per la madre, sta iniziando a scricchiolare.
A trainare questo cambiamento sono coppie dello stesso sesso e donne sempre più emancipate, ma anche uomini che rivendicano i loro diritti di padri. Insomma, le persone vogliono avere la libertà di scegliere di organizzare come preferiscono la propria vita. Le mamme, nello specifico, sarebbero ben contente di avere i papà a casa, per godersi insieme a loro il momento magico delle prime settimane di vita di un figlio e anche per usufruire di un sostegno pratico durante la giornata.
Tra i pionieri di questa trasformazione, c’è Procter & Gamble. Infatti «da marzo del 2019, i neo-papà dipendenti di P&G Italia possono usufruire di un permesso di 8 settimane retribuito al 100% dall’azienda. […] La misura prevede un congedo della durata di 8 settimane consecutive da richiedersi nei primi 18 mesi dalla nascita o dall’adozione del neonato. Il congedo viene concesso ai dipendenti che diventano padri, o genitori in una coppia dello stesso sesso.» Qualcuno penserà: “se non lo fanno loro che sono una big company, chi?”.
Ma sostenere la genitorialità e ridurre il gender gap deve essere un obiettivo di qualsiasi impresa per motivare le persone, creare un ambiente di lavoro sereno, attrarre talenti e favorire una percezione positiva da parte di tutti gli stakeholder. Le nostre PMI, se vogliono evolversi e prosperare, devono partire anche da iniziative virtuose come quella di P&G. Non è solo una tattica di welfare aziendale ma un progetto di branding poderoso.
Un’azienda che favorisce i propri dipendenti e li aiuta a crescere come persone è un’azienda che potenzia la propria reputazione di marca e ottiene piena dedizione e grande lealtà da tutta l’organizzazione. Per questa ragione, anche le PMI dovrebbero iniziare a muoversi in questa direzione. Attendere che tutti agiscano e poi accodarsi non è la decisione migliore. La decisione migliore è farsi ispirare dai brand carismatici come P&G e progettare un proprio percorso di inclusione sociale che possa aiutare grandi e piccole imprese a perseguire l’obiettivo comune della crescita.
Fonte: articolo de Il Sole 24 ORE del 17 luglio 2019.
Nicola Di Francesco – Milano, 21 luglio 2019.